Cosa ne facciamo dell’arbitro?

Cosa ne facciamo dell’arbitro?

Buongiorno ai temerari (pochi probabilmente) che continuano a dedicarmi un po’ del loro tempo e della loro attenzione!

Quest’oggi, pensando ad alta voce e trascrivendo il tutto, rifletterei sull’arbitro… Inizierei con una domanda retorica e provocatoria: quanti da piccoli sognavano di partecipare alla Finale della Coppa del Mondo? Credo
tanti … magari non tutti, ma certamente tanti! Ok … ed ora rispondete a questa: chi sognava di giocarla, magari segnando il gol della vittoria, marcando implacabilmente l’attaccante avversario, gestendo il
centrocampo, parando un rigore … e chi invece sognava di arbitrarla???
Si … avete capito bene … vorrei sapere quanti sognino di giocare e quanti di arbitrare…

Credo che il risultato di questa indagine sia TANTO a POCO … forse TANTO a POCHISSIMO … e con ciò, dovrei domandarmi cosa spinga un giovanotto a scegliere la carriera dell’arbitro, ma preferisco sorvolare,
giusto per evitare di girare il coltello nella piaga, anche perché … udite udite … dopo un po’ di sana ironia, una amara certezza … SENZA IL PALLONE E L’ARBITRO, E’ IMPOSSIBILE GIOCARE A CALCIO… quindi, ahinoi … lunga vita all’arbitro!

Dopo questo inizio scherzoso, passiamo ad una considerazione molto più seria, visto che l’argomento è davvero scabroso (sportivamente parlando): quale è l’emozione, il sentimento che Mr. John Doe nutre nei confronti della classe arbitrale? Innanzi a tutto, dobbiamo sapere per quale squadra tifi Mr. John Doe ed ovviamente il grado di illuminazione che lo accompagna; quest’ultima informazione ci aiuterebbe ad immaginarlo mentre impreca maledicendo questo o quell’assistente di linea, questo o quel quarto uomo, questo o quell’arbitro, oppure mentre scandendo un ommm lungo e profondo, sorvola sul torto che ritiene di aver subito.

Saper per chi tifi, onestamente, scremerebbe notevolmente la lista dei “nemici” e dei complottisti, perché è innegabile che i sostenitori di chi spesso sta al vertice, siano portati a farsi andare bene le decisioni delle
giacchette nere, mentre coloro i quali sono abituati a soffrite, spesso scaricano le proprie tensioni individuando nel direttore di gara il responsabile.

Ma adesso arriva il nocciolo della questione, visto che anche se tutti ci affanniamo a girare intorno al biliardo, il vero problema sta nel metro di valutazione che viene usato da questo o da quello nei confronti di una o
dell’altra squadra.
Sono certo che, al netto di qualche esaurito che riuscirebbe a vedere il marcio anche al cospetto di San Pietro, si ridurrebbero al lumicino le contestazioni se si evitassero “esercizi di potere” nei confronti dei piccoli, magari accompagnato da servilismo e timore reverenziale nei confronti dei grandi.
Molto spesso si ha l’impressione che “non potendo stabilire se ciò che fosse giusto fosse anche forte, si decise che ciò che fosse forte dovesse esser giusto” … e questo, ad onor del vero, da fastidio … a prescindere dalla fede calcistica di cui si è permeati!
Sarebbe bastato, per esempio, che quel tirex mancino nato a Pisa nel 1984 che gioca in una squadra la cui maglia è a strisce bianco nere fosse stato giudicato, eventualmente punito e sanzionato, allo stesso modo di un qualunque altro difensore centrale per assistere alla decimazione di coloro i quali ritengono falsato il campionato ed ancor prima pilotate le singole partite … ma ahinoi … così non è stato e probabilmente così non sarà mai, perché è innegabile, ancor prima umano, che si tenda a percorrere la via di minor resistenza, ovvero quella che ci permette di alleggerire un pochino i nostri errori, facendoli passare come sviste irrilevanti, quando non addirittura come prodigiose interpretazioni del regolamento, piuttosto come qualcosa a causa della quale la nostra carriera meriterebbe uno frenata.
Visto che tra noi comuni mortali “esistono idee perfette, ma non uomini perfetti”, siamo destinati a convivere con questa distorsione della realtà, cercando un antidoto efficace per questa piaga.
Ed io un’idea ce l’avrei … paradossale forse, ma potenzialmente risolutiva: UNA BEATA E CANDIDA INDIFFERENZA!

Negli anni passati, ho avuto occasione di girare l’Europa alla ricerca di talento, o per il monitoraggio di quello già conosciuto, ed ancora ora, seppure con una minore frequenza, continuo nel mio lavoro e la cosa che mi è balzata agli occhi immediatamente, sia che si ritrattasse di partite di altissimo livello, sia che fossero campionati di “vetrina” (U17-U18-U19 etc), è stato il sostanziale distacco dalle designazioni arbitrali, dal post gara e da tutto ciò che al contrario alimentiamo noi italici calciofili!
Certo c’è controllo e certamente ci sono state situazioni che hanno meritato approfondimenti da parte della giustizia calcistica, ma tutto molto ma molto soft … Come dicevamo all’inizio, a calcio si può fare a meno di qualunque
giocatore, di qualunque allenatore, a qualunque presidente, ma mai si potrà iniziare senza il pallone, e senza l’ometto che lo porta a centro campo prima che abbia inizio la gara.
Mi rendo conto che la cultura del sospetto e del complotto sia insita in noi latini e più precisamente in noi italiani, anche perché nel più o meno recente passato abbiamo avuto prova di meccanismi e procedure torbide e deviate, ma ritengo che dovremmo cercare di affrancarci da questo brutto modo di pensare, magari a costo di essere vittime indifferenti … non tanto perché con tutto ciò si possa scremare questo mal costume, anche se sono certo sia destinato a cessare, quanto per noi stessi! Riuscire a vivere un po’ più distaccati gli eventi che ci circondano, quanto meno quelli che dovrebbero procurarci solo svago e piacere, ritengo aiuterebbe noi stessi in primo luogo a vivere meglio.

Detto ciò, vi lascio perché devo andare di la a ad organizzare i cori contro gli arbitri …
nella vita di alcuni, c’è sempre bisogno di un nemico …” cit

Un pensiero riguardo “Cosa ne facciamo dell’arbitro?

  1. bisogna vedere per quale squadra fai il tifo..essere calmi, tranquilli e obiettivi quando si e’ strisciati e’ abbastanza facile..un po meno se ami una squadra che MAI e’ protetta…

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