l caldo fa brutti scherzi, quindi metto le mani avanti per quanto sto per dire e mi autodenuncio subito: dopo ieri sera non sono preoccupato. E già che ci sono, vado controcorrente anche sul discorso della condizione atletica: non credo sia questo il motivo della rovinosa sconfitta. Il Genoa ha corso, male, molto male, ma ha corso, persino più del Parma. Non è un’attenuante, semmai un’aggravante. E’ una conferma che è stata sbagliata la partita, come approccio innanzi tutto. Eppure proprio da lì nasce la mia relativa tranquillità.
L’impressione è piuttosto che sia stato sbagliato l’approccio, anche tattico. E detto da chi, in tempi non sospetti, quando tutti i suoi futuri adulatori lo spernacchiavano, ha sempre e solo avuto stima incondizionata e fiducia in Davide Nicola, credo sia garanzia di sincerità.
Il Parma ha sorpreso. Non ha vinto in contropiede. Ha vinto a centrocampo, dove per tutto il primo tempo Schone è rimasto fuori dal gioco, perennemente anticipato, quasi sorpreso, sempre troppo sbilanciato in avanti dove perdeva palla e veniva preso in mezzo. Il Parma non ha mai fatto nulla lanciando Gervinho (persino l’azione del vantaggio è stata un’avanzata lenta e non contrastata da una difesa schierata, non una progressione irresistibile), ma sfruttando spazi insolitamente ampi lasciati dal Genoa e l’atteggiamento tutt’altro che reattivo dei giocatori rossoblù. Basti pensare ai gol, con Cornelius mai solo, sempre marcato ma a metri di distanza, con Perin attento come in un partitella estiva e Romero grintoso come il Tenerone di Drive In. I primi due gol del Parma erano palle già teoricamente perse ma tornate attive anche per coperture allegre (Criscito su Hernani nel primo) o deviazioni con guantoni di panissa (Perin sul secondo).
Non una partita persa per episodi, sia chiaro, ma perché in tutti gli episodi (compresi rigore sbagliato e 3-0 con difesa in vacanza e complicità Romero-Soumaoro) si è visto lo stesso Genoa non concentrato, non reattivo, che per gli stessi motivi ha rischiato in altre occasioni.
Mi è sembrato il Parma che pochi giorni prima aveva recuperato a Torino. Una partita inguardabile, con due formazioni al piccolo trotto, con i ducali colti di sorpresa da ogni azione dei granata, a loro volta imbarazzanti. Sembravano cotti, bolliti. Ieri sera l’opposto. E sempre ieri sera il Toro ha battuto l’Udinese, come il Milan già rodato in Coppa Italia ha (meno male) passeggiato a Lecce, la Juve inesistente e strapazzata dal Napoli ha controllato e meritato a Bologna. Persino il brutto Cagliari di Verona è passato (ancora grazie) a Ferrara.
Coincidenze, forse. Che unisco alla mia fiducia nelle capacità e nella leadership di Nicola e al fatto che anche ieri sera, nel secondo tempo, senza brillare e senza strafare, il Genoa ha però sempre corso, più del Parma. Male, molto male, ma ha corso. Chiamale se vuoi, illusioni. Preferisco definirle speranze, da valutare sabato.