Generosità? Forse, ma in un mondo … molto generoso

Generosità? Forse, ma in un mondo … molto generoso

di Diego TARI’

Ieri è uscito un articolo di Pippo Russo su calciomercato.com, nel quale vengono analizzate le operazioni di mercato del Genoa ed i relativi impatti sui bilanci.

Pippo Russo è un giornalista molto preparato e attento nella ricerca ed analisi delle fonti. Ho avuto modo di “lavorare” con lui in passato ed ho sempre apprezzato la meticolosità delle ricerche che fa.

Nei confronti del Genoa o, meglio, del Presidente Preziosi, ha però una discreta idiosincrasia (per usare un eufemismo) e questo lo porta, a mio parere, a forzare un po’ la mano sulla lettura di certi dati, astraendoli dal contesto generale. Nell’articolo sostiene fra le altre cose che nei confronti del Genoa vi sia uno slancio di “generosità” da parte di altre squadre, che porta la nostra Società a godere di benefici economici sulla compravendita di calciatori.

È veramente così? Proviamo a riprendere gli esempi che Russo ha citato nel suo articolo.

Il primo, da buon tifoso Viola, è l’operazione Kouamé, venduto dal Genoa generando una plusvalenza di 6,85 mln su un giocatore infortunato che, in una situazione normale, non avrebbe più potuto giocare per tutto il campionato. Va capito se la Fiorentina abbia davvero fatto “un gesto di grande generosità”, come dice Russo, oppure abbia anticipato un acquisto (magari già pensato) spuntando un costo inferiore a quello che avrebbe pagato in condizioni normali. Fin qui, comunque, tutte le interpretazioni sono valide

Dove, a mio parere, si passa il segno è si inizia a debordare è poco dopo, quando Russo inizia una lunga analisi dicendo “C’è un altro aspetto degno d’interesse, nel bilancio annuale del Genoa al 31 dicembre 2019: la straordinaria generosità delle società calcistiche italiane verso il club di Enrico Preziosi. Una specie di soccorso rossoblu” (nello specifico Inter, Juventus, Milan e Sassuolo).

Ora, a parte che le squadre “generose” iniziano ad essere un po’ tante (e non mi sono mai accorto che fossimo così amati in Italia), a mio parere Russo effettua un’analisi parziale (cioè non usando tutti i dati) e come sei il Genoa si muovesse fuori dal contesto della Serie A, cosa che le fa perdere parecchio valore.

Con la Juve, ad esempio, cita la plusvalenza generata dalla vendita di Romero, che ha portato un importo fisso di 26 mln oltre a 5,3 mln di premi di valorizzazione, con in più il prestito gratuito fino al 30 giugno 2020. La cifra totale (31,3 mln) è alta, ma non mi pare così folle per un potenziale prospetto come Romero. Ad esempio nello stesso periodo la Juventus ha acquistato dall’Atalanta Kulusewski per 35 mln, tanto per dirne una.

Quello che però fa arrabbiare particolarmente Russo sono altre operazioni: la vendita di Zanimacchia ed i premi di valorizzazione riconosciuti dalla Juve per Perin e Favilli:

  • Quello per Perin era addirittura già previsto al momento del passaggio del calciatore alla Juventus, il cui bilancio cita un prezzo fisso di 12 mln e premi legati al rendimento fino ad un massimo di 3 mln. Nessuna generosità, dunque, ma un accordo fatto al momento della vendita: vogliamo dire che Perin non valesse 15 mln?
  • quello per Favilli (che con il Genoa ha fatto la sua prima esperienza in Serie A) probabilmente è legato al cambiamento di accordo che ha portato al riscatto del calciatore da parte del Genoa in prima dei tempi inizialmente previsti: generosità della Juve o interesse perché questa tempistica ha portato dei benefici nel suo bilancio in un momento di necessità?

Dopodiché, forse, l’insieme delle operazioni fatte fra Juventus e Genoa (e quindi anche Zanimacchia) va guardato allargando lo scenario anche all’acquisto di Sturaro, in un periodo in cui la Juve ha fatto una serie di cessioni molto particolari.

Oltre al caso di Mandragora all’Udinese e di Cerri al Cagliari, infatti, ci sono quelli legati alla cessione di Audero alla Sampdoria: anche in questo caso il giocatore è stato venduto a titolo definitivo prima del previsto, per il controvalore di 20 mln. Dopodiché fra Juventus e Sampdoria sono intervenuti una serie di scambi di giocatori: prima Peeters è andato alla Juve per 4 mln, a fronte dei quali la Sampdoria ha preso Gerbi, Stroppa e Francofonte per … 4 mln; poi, poco dopo l’operazione Audero, la Juventus ha comprato Mule e Vrioni per 7,5 mln). Mi sorge il dubbio che la generosità della Juventus sia legata più al mare ed al pesto, che non ai colori rossoblu!

Finita la Juve, Russo passa all’Inter e qui calcola quanto il Genoa ha ricevuto in pagamento per Eddie Salcedo, acquistato per 8 mln dopo aver generato 1 mln di prestito ed 2 mln di premio di valorizzazione. Quindi l’Inter, per mettere le mani su un giovane molto promettente, ha speso 11 mln: generosità o investimento? Lo dirà la carriera di Salcedo. Buon peso Russo aggiunge anche la plusvalenza fatta dal Genoa con Radu (fra acquisto e rivendita ha portato poco più di 4,5 mln al Genoa, ma anche qui va capito se il prezzo pagato dall’Inter fosse congruo per il vantaggio di far fare esperienza ad un portiere giovane e promettente di Serie A) e, parole sue, “la mancia da 750mila euro per la cessione temporanea di Laurens Sepe”. Forse è così, se non fosse che non cita che contemporaneamente il Genoa aveva in ballo con l’Inter anche l’operazione Pinamonti.

Poi è la volta del Milan, che sarebbe stato generoso pagando Piatek 33 mln di euro. Dove Russo si indigna, però, è sul premio di valorizzazione riconosciuto per Laxalt (“Il secondo è meraviglioso: 4 milioni come premio di rendimento per Diego Laxalt. No comment.”), il quale effettivamente è stato venduto molto bene perché oltre al prezzo di 11 mln ha portato complessivamente 7 mln di premi di rendimento, per un totale di 18 mln. Anche qui, forse, avrebbe dovuto ricordare che nel frattempo il Genoa ha comprato Lapadula, per 13 mln, anche in questo caso anticipando gli effetti del riscatto rispetto a quanto inizialmente previsto: forse è una coincidenza, ma a voler dare un quadro completo, io al posto suo l’avrei citata.

L’ultima chicca è nel rapporto con il Sassuolo che ha pagato 7 mln di euro il portiere Alessandro Russo dalla primavera. Un regalo? Non lo so, ma nel frattempo il Genoa ha acquistato Cassata dal Sassuolo per … 7 mln.

 

Non è generosità.

Buona parte di queste operazioni sono fatte con un occhio (spesso piccolo) al rendimento sportivo ed uno (spesso enorme) all’impatto sul bilancio. È un sistema in crisi che non riesce a costruire valide alternative a questa girandola di calciatori.

Se la Juventus, per prima, ricorre a questi espedienti, come facciamo a stupirci che le altre seguano a ruota? Perché Genoa e Sassuolo, probabilmente, si sono “scambiati” Russo e Cassata, ma penserete mica che siano i soli? Abbiamo già visto l’esempio della Juventus con la Sampdoria, ma ci sono tante coincidenze, più eclatanti: vogliamo parlare del ritorno di Bonucci alla Juventus? Acquistato dal Milan per 35 mln e, coincidenza, nello stesso momento la Juventus ha venduto al Milan Caldara per … 35 mln.  Operazioni di questo tipo ce ne sono decine tutti gli anni: basta aprire i bilanci delle squadre ed incrociare i dati, non sono neanche difficili da trovare.

Certo, sarebbe bello che il Genoa ne stesse fuori. Ma non credo sia possibile. Anche se il Presidente lo volesse (e direi non è così, visto che il calciomercato lo vede da sempre protagonista indiscusso per numero di trattative), difficilmente ci sarebbe consentito, anche perché il mercato è comunque guidato dalle grandi e bisogna sottostare innanzitutto alle loro regole e necessità.

No, non è generosità: è una schifezza immonda per noi tifosi. Ma è il contesto che non possiamo dimenticare quando guardiamo i dati, al di là di come la si pensi su Preziosi e sul suo modo di condurre il Genoa. Altrimenti diventa solo una crociata e si perde completamente in termini di credibilità.

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