Buona sera tutti.
Cinguetta nell’aria un interessante dibattito: CHI GIOCA E DOVE GIOCA? …e se volessimo approfondire un pochino, COSA FA QUANDO GIOCA?
Nello specifico, nel motore del centrocampo del Genoa, due elementi fra i tanti stanno incuriosendo gli appassionati che si dividono fra guelfi e ghibellini… ovvero chi per Radovanovic, e chi per Schone, attribuendo ad uno o all’altro compiti e posizioni.
Beh … credo sia un falso problema, visto che la compatibilità è sostanzialmente garantita dalla qualità degli stessi (come dicono i veri intenditori di calcio: “quelli buoni sanno giocare insieme”) ed ancora di più dalla ruolo tattico assunto e dalle competenze tattiche dimostrate nel recente passato.
Radovanovic sono ormai anni che offre il meglio di sé come vertice basso di centrocampo (ripeto: con le proprie caratteristiche), mentre il vichingo Schone, seppure in uno squadrone come l’Ajax, ha dato il meglio come di mastino di centrocampo dai piedi educati. Il che e mi ripeto, rende questi due calciatori totalmente compatibili.
Piuttosto, vale la pena di pensare all’adattamento che viene richiesto al danese, il quale fino a qualche mese fa, nel proprio Club, agiva prevalentemente in una coppia di centrocampo, per altro con alla propria sinistra un mancino naturale (Blind) con il quale, senza urtare la suscettibilità di nessuno, divideva il carico qualità/quantità assumendosi una buona fetta di quest’ultima e lasciandone altrettanta della prima al proprio collega (seppure sapendo cosa fare con il pallone, tanto che fin da subito mi sono permesso di definirlo mastino dai piedi educati).
Va poi considerato il fatto che la qualità espressa da calciatori di quel livello e di quell’esperienza (nel caso della coppia RossoBlu, se la memoria mi aiuta, dovremmo avere a che fare con un ’86 danese, ed un ’88 serbo), rappresenta di certo garanzia di affidabilità e duttilità, tanto è vero che, proprio il saper svolgere bene entrambe le fasi di gioco (possesso e non possesso), potrebbe trarre in inganno un occhio poco esperto (come il mio), inducendolo a credere che uno stia facendo una cosa piuttosto che un’altra e quindi portandolo a classificare i giocatori in “pensatori” e “portatori d’acqua”, come si usava nel passato. Ma questa errata valutazione andrebbe a svilire, ancor prima che i calciatori stessi, anche chi li ha scelti, perché sarebbe un po’ come dire che si pestano i piedi tra di loro.
Credo proprio che così non sia … che anzi, nella fattispecie loro due, ma al pari di altri, rappresentino due validi prototipi di centrocampista moderno necessari all’espressione di quel calcio che richiede Andreazzoli, fatto di
tecnica, ma anche di dinamismo, di elementi che devono essere i grado di fare interdizione ed immediatamente dopo essere rientrati in possesso della sfera, assumersi l’onore e l’onere della costruzione… come dice qualcuno: “il regista della mia squadra è il calciatore che ha la palla nei piedi”.
Senza mai dimenticare quali siano le caratteristiche dominati dei calciatori, per la quali indubbiamente vengono ingaggiati, è sempre più importante avere a disposizione elementi capaci di fare un po’ tutto anche perché ciò aumenta in maniera esponenziale le possibilità di tramutare in offensiva una qualunque riconquista! Pensate a cosa accadrebbe (a cosa accadeva …) se, una volta recuperata la palla, il mastino di centrocampo dovesse attenzionarsi alla ricerca del proprio compagno pensante… situazione che per la dinamicità, e per l’intensità richiesta attualmente dal calcio, diverrebbe
estremamente limitativa.
Quindi, ripeto: nel rispetto e nell’esaltazione delle caratteristiche individuali, oggi nel centrocampo del Genoa questi due calciatori ritengo abbiano le capacità per esaltarsi reciprocamente.
A presto e buon prosieguo di campionato.