Adelante Thiago, con juicio

Adelante Thiago, con juicio

Adelante Thiago, con juicio
Genoa Brescia 3-1

Adelante Thiago, con juicio. Intanto adelante. Avanti, 3 punti. Fondamentali. E adelante, camminare, reagire in campo anche alle tranvate che stenderebbero un toro. Con juicio. Con giudizio finché si può, finché non devi comunque giocare il tutto per tutto. E con giudizio sui giudizi. Aspettare ad esaltarsi subito, ma contemporaneamente non dimenticare che bisogna guardare, andare avanti. E lo si sta facendo.

Una premessa che vuole essere soprattutto un binario da seguire per tutti, in primis per chi scrive. Le valutazioni dopo l’esordio di TM88 (anche se sulla tuta ha scelto MT, Motta Thiago, come a militare, chissà che forse non sia una coincidenza) devono sempre partire da quell’adelante Thiago, con juicio. Ma neppure possono essere omesse.

E allora via con il primo tempo. In panchina Kouamè, come era ovvio che fosse se il mister vuole una punta centrale, che altri non può essere che Pinamonti. A leggere la formazione come si fa al Fantacalcio, sembrava che avesse davvero giocato con il 2-7-1. Di ruolo c’erano solo due difensori, Romero e Zapata, sette centrocampisti e una punta. C’eraGumus e si è visto subito, non c’era anche Agudelo. Con juicio, Thiago.

Ma poi la sorpresa Radovanovic centrale di difesa. Di una difesa che se la rischiava con l’uno contro uno! E con Rado sul falso nueve Spalek, piccolo e rapido. Adelante ma con poco juicio, si direbbe. Eppure la difesa non ha mai ballato, non ha concesso nulla, anche se ovviamente ogni imperfezione esponeva a gravi rischi.

Il gol non c’entra. È una di quelle variabili impazzite del calcio. Punizione inesistente, fantasia di un arbitro indecoroso in balia dei giocatori e delle sceneggiate. Portiere gravemente colpevole su una perla di un giocatore che del Brescia è oltre il 90%. Ma l’allenatore lì non c’entra nulla.

Una mazzata terrificante che ha steso il Genoa. Non che fino a quel momento avesse fatto granché, ma era uno 0-0 scritto, che ci poteva stare nell’ottica dell’adelante con juicio. Anzi, fino a quel momento il Genoa aveva il pallino del gioco. Giro palla sterile ma che sfiorava il 70%. Con il Brescia a rincorrere a vuoto. Non un elemento di poco conto, si vedrà.

Il gol però ha cambiato l’inerzia, il Genoa è ripiombato nella versione Halloween delle ultime partite. Più che le rondinelle vedeva volare le sue stesse streghe. Errori allucinanti, gambe e testa imballate. Paura. Soprattutto in chi aveva fatto questo inizio di campionato disastroso. Dalla panchina avrebbe potuto fare poco Thiago. Ha fatto l’unica cosa che poteva, andare avanti con giudizio. Arrivare all’intervallo senza ulteriori danni: 4 in difesa, meglio i fischi di un altro gol.

Poi l’intervallo . C’è da andare in avanti, ma sempre con giudizio. Fuori Radovanovic centrale di difesa e dentro il fantasista Agudelo. E questo sarebbe giudizio? Sì, eccome. Perché Ghiglione arretra sulla linea dei difensori e Cassata va a formare una coppia complementare con Schone. Il Genoa cambia marcia, il Brescia intanto risente delle corse a vuoto del primo tempo. Ma non basta.

Quando manca mezz’ora, anche il giudizio deve essere messo da parte. Dentro Pandev e fuori Lerager, che si è dannato ma alle spalle delle punte non dà certo il massimo. Ancora poco più di cinque minuti e dentro anche Kouamè per un buon Gumus. Entra l’ivoriano e dopo un secondo centra un incrocio dei pali da paura. Nel senso che altro che streghe a quel punto… ma in Genoa ha già cambiato testa. Soprattutto grazie ai “nuovi”, a quelli che incomprensibilmente non si erano mai visti.

Cassata, Gumus, Agudelo, lo stesso Pandev, Ankersen che costretto a giocare con il piede sbagliato mantiene comunque lucidità. Sono loro che rimettono in ordine le idee. E Pinamonti risponde a chi dice che non c”è una punta degna di questo nome. Il gol del pari è per metà suo, che conquista una palla che il Genoa della testa bollita non avrebbe mai recuperato e la offre ad Agudelo. Freddezza, piedi buoni, testa sgombra. Gol.

Gol che cambia la testa anche alla Nord. È un’altra partita. Thiago a quel punto può anche iniziare a godersela. Infatti non fa più nulla. Nove minuti e Ghiglione torna quello di inizio campionato, cross perfetto, movimento di Pinamonti da vero attaccante sul primo palo ad aprire la difesa e gioiello in semi rovesciata al volo di Kouamè. Che non pensa, agisce d’istinto, è libero e fa il massimo. 2-1

Cosa fa la testa. Fa che neppure quattro minuti dopo arriva inevitabile e giusto il 3-1. Ancora un grande Pinamonti che fa l’attaccante centrale, spizza di testa a centrocampo servendo Kouamè che anticipa l’avversario e offre a Pandev. Che entrato quando deve entrare (lui fresco con gli avversari cotti, non dal primo minuto!) ha tutto per uno spettacolare tiro all’incrocio.

Non c’entra neppure più, a questo punto, l’allenatore. E ha il merito di capirlo e di non entrarci. Non mette il pullman davanti alla porta. La squadra si è sbloccata e sfiora il quarto con un tiro chirurgico di Schone che il portiere riesce a mandare sul palo.  In 14 minuti tre gol e due pali. Cosa fa la testa.

La speranza è che sia uno sblocco definitivo. C’è da correggere quello che ancora non ha funzionato. Con il ritorno di Criscito Ankersen potrà dare molto di più sulla sua fascia giusta. Ogni allenamento in più potrà consentire passi avanti. Con giudizio, sempre, e senza facili entusiasmi. Ma avanti.

Unica annotazione che si può già fare senza tema di smentita è quella sul passato. Gumus e Agudelo non saranno fenomeni e non saranno stati adatti al modulo di Andreazzoli, ma non convocarli nemmeno era da autolesionisti. In qualsiasi momento in una partita gli unici che possono avere un’intuizione e saltare l’uomo devono essere a disposizione.

Sì, è vero. I tre innesti di Thiago hanno segnato I tre gol. Un record. Ma guai a esaltare il mister adesso e per questo. Fosse anche però solo fortuna, schifo non fa. Adelante Thiago, con juicio.

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