Buona sera a tutti!
Cosa ne pensate del calcio italiano in Europa? Ed in articolare, per rimanere in ambito RossoBlu, come valutate le prestazioni della Dea, e quindi di Gasperson, nel calcio d’élite?
Io ho apprezzato tantissimo l’approccio che i bergamaschi hanno avuto, seppure abbiano preso più colpi della pentolaccia … mi è parso un calcio propositivo, moderatamente autorevole (non autoritario perché si sono trovati a fare i guantoni con gente come loro, se non mediamente più forti e quindi è stato difficile alzare la voce), votato al perseguire un’idea di calcio che ha caratterizzato fin dalla note dei tempi il proprio allenatore, e che quindi affonda le proprie radici anche nelle floride
stagioni genovesi.
Ma proprio a questo proposito, mi sorgono un paio di riflessioni, che
certamente alla fine qualificheranno i principi ai quali ci si riferiva, ma che dovranno attraversare alcune insidiose considerazioni.
Allora … iniziamo? Ok … in primo luogo, la Dea, in Italia ci ha abituato a prestazioni di “garra”, intensità, spregiudicatezza, iniziative personali,
presa di responsabilità di singoli giocatori che, inseriti magistralmente
in un contesto, esaltano se stessi! E questo trovo che sia un meraviglioso spot pubblicitario per questo sport, che in quanto “di squadra”, troppo spesso affoga se stesso in contorsioni tattiche, di
modulo, basate più sulla responsabilità altrui, che su quelle individuali.
A questo proposito, Gasperini ritengo abbia rimesso le cose in ordine, sfruttando la prestazioni individuale ed inserendole in quella collettiva.
Il tutto, senza mai prescindere dall’esaltazione dell’individuo calciatore,
il che, sempre a mio parere, rappresenta la base sulla quale si vada a giocare contro “corazzate” ed oltre a fare la propria figura, si raccolgono punti su punti … ripeto: a mio parere FANTASTICO!!!
Premesso che l’Atalanta ha bisogno di tutto, meno che della mia approvazione, passo alla fase seconda della mia analisi: il rapporto 1vs1. Se è vero che i duelli individuali sistematicamente ricercati dalle formazioni di Gasperini (e per altro, da quasi tutte quelle allenate dai
suoi ex calciatori), sparigliano gli equilibri ai quali decidono di sottostare la maggior parte delle altre squadre, è altrettanto vero che ciò si basa sulle qualità calcistiche (fisiche, muscolari, tecniche, tattiche etc) dell’atleta calciatore e che quindi possono essere efficacemente richiamate a certe condizioni: in primo luogo, deve esserci un attento lavoro nella selezione del calciatore-obiettivo (e qui c’è l’arte di
Gasperini, Gritti, Venturi, e di tutti coloro i quali setacciano il calcio professionistico alla ricerca dei profili adeguati), seguito dall’esaltazione dell’autostima (il calciatore in questione deve essere in grado, ma anche convinto di poter affrontare con profitto l’avversario di turno), da una condizione atletica e strutture sopra la media (teniamo a mente questo punto), quindi in poche parole, da una miscela
sapientemente preparata! E ripeto: in questo e non solo, ci sta la grande qualità di Gasperini e del suo gruppo di lavoro.
Questo insieme di tecnica, tattica individuale, condizione psico-fisica, gestita da un allenatore coraggioso e con le idee chiarissime, in Italia ha creato un’entità ammirata ed invidiata, che giustamente si è guadagnata la possibilità di confrontarsi ormai costantemente ed in aperta competizione con le grandi potenze del calcio italico!
Ma quando si va oltre le Alpi? Come la mettiamo quando ci si confronta con chi è meno vulnerabile a queste principi? O meglio, con chi è abituato a tali sollecitazioni?
Certo una rondine non fa primavera e quindi l’esempio che sto per fare deve solo darci una chiave di lettura, visto che in altre occasioni, gli stessi avversari hanno generato partite e risultati diversi, ma tanto per capirci, ricordate qualche stagione fa un Inter vs Atalanta 7-1? Ebbene, mi ripeto, credo vada preso ad esempio questo incontro, solo per il
concetto che se ne trae, senza quindi giungere a conclusioni affrettate.
A mio parere, in quella gara, che valeva sostanzialmente per un posto in UEFA, con i bergamaschi avanti in classifica, si sono create le tipiche condizioni tattiche delle gare di Gasperini, ovvero, una sorta di 1vs1 a tutto campo, con duelli individuali estesi praticamente a tutti i settori …
ma per una serie di circostanze, vuoi fortuna, casualità, e altro, molti di questi duelli sono stati persi … e la conseguenza di ciò, essendo difficili da creare dei raddoppi o delle coperture (attribuito al calciatore quasi esclusivamente il compito di contenimento sul tale avversario, saltata questa diga, è difficile trovarne altre), è stato veder correre spesso e volentieri i calciatori NeroAzzurri palla la piede in direzione di Berisha.
A questo punto, ci dovremo domandare quale sia il collegamento fra le batoste europee della Dea e la sonora sconfitta di San Siro e quindi ritengo che da ciò si deduca che l’Atalanta di Gasperini, attualmente, riesca a prevalere contro avversari atleticamente e tecnicamente
abbordabili.
Sia ben chiaro: l’aggettivo abbordabile comprende anche formazioni italiane più titolate e più forti, contro le quali la “ricetta” dell’uomo di Grugliasco si rivela di grande impatto, ma la musica cambia
radicalmente quando gli avversari si presentano abituali ad un ritmo elevato, dotati di strutture muscolari che in Italia risulterebbero quanto meno sopra la media (ricordate poco fa quando leggevate la mia considerazione riguardo la struttura e la condizione atletica?), oltre cheabituati sia a contrastare che a giocare la palla a velocità sopra la
media (media di circolazione della palla entro i confini nazionali)!
Ed a questo punto, applicando la proprietà transitiva, emerge il vero
problema del calcio italiano: TEMPO, SPAZIO, INTENSITA’.
Molto di ciò che in Italia risulta essere vincente, nel calcio
internazionale d’élite può non essere sufficiente … da 1 a 10, se in Italia
giochiamo, compiacendoci a velocità 7, appena andiamo a confrontarci
oltre confine contro avversari che si riposano a velocità 7, facciamo
fatica, perché loro vanno a velocità 7-8-9, se non 10!
A questo punto, credo che “le cose ben fatte possano essere migliorate” e che quindi Gasperini e la sua filosofia di gioco debba essere studiato, e se possibile migliorato, per poter portare sul campo le stesse giocate, gli
stessi contrasti, le stesse corse di smarcato, la stessa circolazione della
palla ad una maggior velocità, perché ciò vada a migliorarne l’efficacia.