Lezioni di storia

Lezioni di storia

Ci ha provato Napoleone con la Grande Armée e sappiamo tutti come è finita. Ci ha riprovato Hitler con una Wehrmacht che disponeva di risorse e capacità da far tremare il mondo e l’esito è stato identico. Ed entrambi non avevano voluto ascoltare le lezioni di storia che in 250 anni avevano visto la Russia vincere 31 guerre su 34 e perderne appena tre non combattute sul proprio territorio (eccezion fatta di quella con la Polonia dove però “giocavano in casa” praticamente entrambe). Ora, il Genoa tra l’altro non potrebbe essere paragonato né alla Grande Armée né alla Wehrmacht. Ma evidentemente le lezioni di storia restano ostiche a molti nell’ambiente. In primis a me, che pure adoro la materia.

Visto che Preziosi, Andreazzoli o Criscito non hanno certo dichiarato guerra a Putin, cosa intendo? Semplicemente che l’ambiente porta a ripetere errori già fatti in passato. Anche da tifosi e osservatori. Sarà in certi casi per troppo amore, o per precipitazione. Io ad esempio ero scettico al momento della scelta di Andreazzoli, ma dopo il precampionato e le prime partite non avevo esitato a convertirmi, a dire di aver sbagliato, come tante altre volte mi era già capitato di fare. Una ripassata alle lezioni di storia mi avrebbero dovuto suggerire ulteriore prudenza. Anche perché il mio scetticismo iniziale, non conoscendo a fondo il mister dal punto di vista tecnico, era dovuto proprio al suo passato, alla sua storia.

A 65 anni aveva disputato da allenatore mezzo campionato in A e uno in B. Cioè in tutta la sua carriera, quasi nessuno gli aveva dato in mano una squadra. Da allenare, intendo. Perché il lavoro di “tattico” svolto per anni a Roma e come braccio destro di Spalletti (peraltro non esattamente uno che ha vinto tutto con un manipolo di mestieranti in campo) non era quello di allenatore. Non era quello di gestire un gruppo, le situazioni di campo e di spogliatoio, le gare. Che non significa che non lo sappia o non lo possa fare. Significa che, come allenatore, era alla pari di un esordiente.

Anche perché in serie A aveva ottenuto un esonero e una retrocessione strameritata, checché ne dica la vulgata seconda la quale l’Empoli giocava bene e doveva salvarsi. I genoani dovrebbero ben ricordare come i toscani fossero arrivati a giocarsi le speranze di salvezza. Quali partite portarono una squadra già condannata, ad agganciare proprio il Genoa al terz’ultimo posto. Pochi mesi fa la convinzione comune non era quella di tre vittorie consecutive “meritate” del Real Empoli. O sbaglio?

I miei dubbi non erano sfiducia. Erano proprio dubbi sull’opportunità di affidare a un “ragazzino” (come esperienza da allenatore, non anagraficamente, ovvio) l’anno che poteva essere tutto tranne una scommessa. E qui le lezioni di storia avrebbero dovuto arrivare in soccorso anche a Preziosi. Così come, dopo l’ottimo inizio, sarebbero state nuovamente utili a me, che ero pronto ad appassionarmi per la nuova mentalità vincente del Genoa e per un calcio finalmente gradevole. Parafrasando Pippo Spagnolo, mi dico da solo: sei genoano e vuoi anche essere equilibrato?

Ora però di lezioni di storia ce ne sarebbero tante altre. E un po’ per tutti. Perché ad esempio in questi casi si tende subito a dire che i giocatori avrebbero fatto fuori in mister, che avrebbero giocato contro. Non ci credo. Tra il 4-0 contro la Lazio e il secondo tempo contro il Bologna, l’unica differenza era il valore dell’avversario. Perché la disposizione in campo, gli errori, la difesa scoperta e presa in infilata erano esattamente gli stessi. Idem a Cagliari.

E a Roma contro la Roma, se qualcuno ricorda, le occasioni per i giallorossi erano state tantissime, sbagliate per poco, mentre il Genoa aveva realizzato le uniche tre palle gol create. Un po’ come se ieri fosse entrato l’1-1 di Romero, poi il tiro di Cassata con la paratona di Strakosha, poi il colpo di testa di Sanabria a inizio ripresa e il diagonale di Criscito. Se, se, se… Cose che non vanno sempre nella stessa direzione.

Non che il mister abbia fatto felici i giocatori con molte sue uscite da “ragazzino” della panchina che non impara le lezioni di storia da spogliatoio, ma non credo che alla quarta o quinta di campionato, dopo un simile inizio e con l’entuasiasmo che fino a quel momento si era creato, i giocatori abbiano giocato a perdere. Che poi anche Preziosi potesse dire pubblicamente una parola più forte, al limite anche una bugia “buona”, per rafforzare la posizione di Andreazzoli, è un altro discorso. Ieri i giocatori non avevano forse il sangue agli occhi, ma spesso la sfiducia è naturale quando si assiste impotenti alla propria disfatta. Gli alpini in Russia non erano codardi, erano eroi veri, ma durante la ritirata non si poteva pretendere da loro entusiasmo e voglia di combattere.

Un’ultima, piccola, umile lezione di storia mi permetto di suggerirla in generale all’ambiente genoano. Se come detto l’equilibrio non può far parte del dna rossoblù (e inevitabilmente – chissà – quindi neppure di questo spazio per la parte che “occupo”) almeno occorrerebbe evitare sempre di paragonare il presente con gli idoli del passato. L’ombra di Gasperini è certo un peso per chiunque. Ma ogni volta che qualcosa non va, in casa Genoa c’è immancabilmente chi tira fuori Ballardini per esaltarne il valore e magari usarlo per far polemica.

Anche qui la storia personale, la carriera, rappresenta una “lezione” da tener presente. Se un allenatore così fenomenale è sempre stato esonerato quando ha iniziato una stagione, una sola volta è stato confermato la stagione successiva (salvo essere poi cacciato), non viene più assunto da nessuno specie dall’inizio, ci sarà un perché? Io credo di saperlo, magari qualcuno fa finta di non saperlo. Di certo c’è la storia, che dice che semmai lo scemo non è solo Preziosi, ma tutti i presidenti di serie A, e aggiungerei anche quelli di mezza Europa. Perché in tanti lo hanno esonerato, in tanti non lo hanno riconfermato, praticamente nessuno lo chiama. Anzi, semmai proprio Preziosi sarebbe l’unico ad averlo chiamato ben tre volte.

In conclusione, se Andreazzoli fosse davvero ormai arrivato al capolinea, le lezioni di storia dovrebbero imporre una scelta garantista, di affidabilità, in grado di togliere alibi a tutti. Di certo, in materia, la società ha libri più completi e aggiornati dei miei sui quali studiare e cercare la risposta giusta. La mia sarebbe solo una risposta di pancia. Come, credo, quella di molti.

5 pensieri riguardo “Lezioni di storia

  1. tutto vero, tutto giusto, però…….io penso che sarebbe opportuno attendere qualche partita in più per esprimere un giudizio definitivo.D’altra parte, come riportato nell’articolo, anche contro la Lazio ci sono state azioni da gol non andate a buon fine per la bravura di Strakosha e anche Pairetto ci ha messo del suo. Forse, se entra qualche palla in rete si sarebbe vista un’altra partita. Comunque facciamo in modo che la fretta non sia cattiva consigliera:l’organico è questo e bisognerà lottare fino alla fine.

  2. Il calcio è così. Si può giudicare in mille modi la stessa cosa. Ed è questo il bello.
    Purtroppo l’impressione delle ultime gare è che ci sia proprio scarsa sicurezza in se stesso, nelle proprie scelte da parte dello stesso mister.
    Contro la Lazio, al netto delle occasioni e del solito Pairetto (verissimo!!!) si è però avvertita una costante inferiorità. Ogni volta si aveva l’impressione di subire il gol (e 4 sono arrivati). In campo si sono visti errori tattici già andati in scena contro il Bologna.
    Il problema è effettivamente quello: attendere e non farsi prendere dalla fretta (ma se poi era da cambiare significa perdere altro tempo prezioso) o cambiare subito (ed eventualmente con chi?)
    Per esperienza di Genoa, ribadisco l’ultima mia considerazione. Se Preziosi avesse ormai poca fiducia in Andreazzoli, meglio cambiare subito. Sappiamo benissimo che un eventuale risultato contro il Milan sposterebbe il problema solo alla prossima sconfitta. E allora meglio non tergiversare e non rischiare di farsi scappare i pochi tecnici buoni su piazza (anche samp, Sassuolo e Milan potrebbero presto cambiare). Se la fiducia di Preziosi corrisponde a una reale convinzione allora sì, meglio aspettare.
    Non dico che abbia ragione o meno. Dico che intanto, se ha già perso fiducia, prima o poi cambia. E’, per restare al pezzo, la lezione della nostra storia recente

  3. analisi impeccabile, impossibile non essere d’accordo su tutto, Andrenazzoli non ha esperienza, per allenare in una piazza come Genova e come il Genoa non basta aver fatto giocare discretamente l’Empoli per 10 gare, con tutto quello che succede nelle ultime gare di campionato e lo sappiamo benissimo cosa succede….ha moltissimi limiti tecnico tattici, uno su tutti la posizione di Shone, il mancato utilizzo di Schenone, insistere su uno come Radovanovic che mi rifiuto di credere sia diventato all’improvviso un fenomeno come Iniesta, e anche il fatto di lasciarlo ancora in panchina significa rischiare di ripetere la striscia di Juric e ritrovarci con 8/9 punti e poi dover ingoiare l’inferno per cercare di salvarci, per l’ennesima volta facendo i conti con differenza reti, scontri diretti ecc..ecc., molto meglio dare un taglio netto e cercare di porre rimedio alla situazione il prima possibile, chiunque sia il sostituto Gattuso Pioli o Nicola…

  4. L’interrogativo che mi sto ponendo dopo le prime 6 giornate è : come si è potuti passare dalle positive prestazioni mostrate con Roma, Fiorentina (meritavamo un 5 a 0) ed anche Atalanta (sconfitta al 95′ su eurogol di D. Zapata) a partite imbarazzanti come quella con il Cagliari (5 cambi per turnover), il Bologna (stessa formazione delle prime belle partite) e soprattutto con la Lazio.
    Avete una spiegazione logica a questo succedersi di eventi in progressiva caduta di gioco, schemi, prestazione atletica, grinta, voglia, ecc. ecc. ?
    Per quanto riguarda l’immediato futuro, concordo sul fatto che Andreazzoli venga sostituito subito, perchè – come dici – anche una vittoria con il Milan rimanderebbe il problema alla successiva sconfitta.
    Però, non vorrei che il Mister attuale venisse rimpiazzato da un allenatore “qualunque” (leggo i nomi di Gattuso, Nicola…) : a mio parere se si vuole davvero rimediare alla scelta di Andreazzoli, si dovrebbe cercare una persona affidabile, in gamba e seria, che non costituisse un inaccettabile passo verso uno terzo cambiamento.
    Non faccio nomi, mi limito a sperare in una soluzione adeguata, per non ricadere – dopo tanti proclami del presidente – nello stesso drammatico finale dello scorso campionato.
    Grazie

    1. Rispondo con un po’ di ritardo e mi scuso. Non ho certezze assolute da offrire come spiegazione, ci mancherebbe.
      Credo che l’inesperienza da allenatore (non da uomo di calcio) abbia portato a scarso equilibrio nel bene e nel male. In ogni partita c’è sempre una dose di alea, di sorte, di imponderabile. Contro la Roma si poteva finire anche molto male, con la Fiorentina si poteva vincere con sei gol di scarto ma anche pareggiare. Idem con Atalanta e Cagliari, persino con il Bologna.
      Oggettivamente la partita in cui siamo stati nettamente surclassati è stata quella con la Lazio, ma anche lì gli episodi avrebbero potuto anche scrivere un’altra partita…
      Di fondo c’è, a mio modestissimo avviso, un atteggiamento troppo leggere in fase difensiva (non in difesa), vedo sempre le stesse situazioni “scoperte” con qualunque avversario. Se è il Bologna può non farti male, se è la Lazio sì.
      In questo caso un allenatore di maggiore esperienza inizia a cambiare e correre ai ripari, a costo di rinunciare subito un po’ al gioco (lo fece anche Gasperini quando contro l’Atalanta a Bergamo passò per la prima volta nella sua vita al 3-5-2 e vincemmo 2-1).
      Mia idea personale, ovviamente

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