Cagliari Genoa: il PuntoPartita

Cagliari Genoa: il PuntoPartita

Lasse Schone simbolicamente rappresenta stati d’animo, valutazioni, aspettative, giudizi del Popolo Rossoblu sull’intera squadra per quello che sta facendo e per ciò che t’aspetti faccia al più’ presto. Lui è un signor giocatore, ma di quelli che non ti lasciano a bocca aperta per iniziative tecniche, ma per come sa stare in campo, per come legge lo sviluppo dell’azione sia in fase di possesso che quando la palla ce l’hanno gli altri, per la grinta e l’esperienza. Ieri primo tempo da 6,5 abbondante con fiore all’occhiello quella pennellata (cross di sinistro) per la testa di Kouamè… ripresa non insufficiente, ma neanche all’altezza della sua fama e dei primi 45 minuti. Dunque t’aspetti di più da lui, ma certamente non cose eclatanti da farti luccicare gli occhi… comunque buon investimento per l’ambiente e per la squadra. Il parallelo viene spontaneo sulla valutazione della stessa e dell’allenatore. Buona fase di preparazione, inizio col botto pareggio a Roma e vittoria con la Fiorentina, sconfitta tutto sommato immeritata e all’ultimo secondo con l’Atalanta farebbero pensare a traguardi impensabili fino a tre mesi fa. Ed ecco che al primo vero passo falso saltano fuori giudizi negativi molto, ma molto eccessivi proprio riguardo le aspettative.

Ieri, primi 20 – 25 minuti giocati bene con tre occasioni limpide (il rigore su Saponara ci può stare perché è vero che il fallo avviene appena dopo che ha calciato, ma la palla è ancora in gioco, dunque…). Poi leggero calo per una decina di minuti dove hai concesso due palle gol al Cagliari (prima a Joao Pedro e quindi tiro di sbagliato di Jonita che va a incocciare la testa del Cholito), ma comunque ripreso subito il comando della gara con altre due occasioni clamorose (Favilli solo davanti la porta, controllo difettoso, per usare un eufemismo e tiro di sinistro proprio di Schone dentro l’area di rigore).

Secondo tempo, una mezz’oretta onestamente impalpabile gioco lento e prevedibile qualche rischio in contropiede.

E qui entriamo nel contesto allenatore.

Dagli osanna generali si passa a delle cadute di tono e stile inconcepibili. Ieri, è vero anche per me, Saponara e Favilli andavano sostituiti prima, vista la condizione fisico-atletica denunciata fino a quel momento e la coppia Radovanovic-Schone a me non sembra cosi’ complementare, sopratutto giocando con un vero 3/4ista (quando c’è Lerager in quella posizione parliamo di centrocampista offensivo per modo di dire, ma di uno che fa km a iosa, va a pressare e pure bravo in interdizione) e quando sei sotto nel punteggio. Poi comunque riesci a pareggiare con una bella azione corale e acuto di Kouamè (fino a quel momento ottimo per impegno, corsa e dedizione, ma ancora acerbo nello sviluppo e visione del gioco quando ha la palla). Errore gravissimo successivo (tipo Atalanta nel gol di Zapata) perché a squadra schierata non puoi concedere un fraseggio così pulito (Pellegrini a Birsa tra le linee, appoggio indietro a Jonita che allarga su Nandez che crossa alla perfezione per lo stesso Birsa, per me non cosi’ colpevole Zapata, sta correndo all’indietro e Birsa gli passa davanti oscurandogli la visuale di un cross molto teso e sfiorando il pallone). Sul terzo gol inutile soffermarsi visto asetticamente è “da oggi le comiche”, ma in quel contesto non dovrebbe, ma può succedere.

La sintesi finale è “calma, calma e sangue freddo”: il lavoro di costruzione della squadra è stato fatto bene con due giocatori per ruolo (ma di cosa stiamo parlando, Ankersen ieri per mezzora del primo tempo tra i migliori), a centrocampo aspettiamo il rientro di Sturaro e la crescita di Saponara, in attacco alcune cose che ti fanno sperare, ma qualche dubbio sull’effettiva consistenza dell’intero reparto compresi i cosiddetti rincalzi.

Dobbiamo riscoprire la distinzione fra speranza e aspettativa” diceva Ivan Illich scrittore, storico, pedagogista e filosofo austriaco.

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