Voleva un risposta. L’ha avuta.
Il Genoa chiedeva di sapere chi fosse, cosa valesse. Lo ha scoperto.
E la risposta è bellissima. Il Genoa può valere l’Atalanta. Andreazzoli val bene Gasperini. Certo, l’Atalanta ha vinto, ma così come avrebbe potuto vincere il Genoa. Un episodio, un gran gol, la giocata di un singolo contro l’errore di un singolo, peraltro l’ultimo catapultato da un’altra realtà nel calcio italiano e in una partita nella quale stava dimostrando nei pochi minuti giocati di poter dire ampiamente la sua.
I quattro punti e le prestazioni convincenti di inizio campionato consentono di guardare la luna e non il dito, la prestazione e non necessariamente il risultato. La prestazione è quella che ha visto il Genoa giocare alla pari dell’Atalanta, a prendere e dare, esattamente come ha fatto finora, anche di fronte a Roma e Fiorentina. Stavolta le ha prese, una volta le ha date, un’altra volta le ha prese e le ha date. Media che rispetta anche la statistica delle probabilità.
Ma la luna da guardare e ammirare è un’altra. E’ la luna di miele per un amore ritrovato, uno di quelli che fanno giri immensi e poi ritornano. Ma che non finiscono mai. La luna è quella fotografia della squadra che prende non gli applausi della Nord, ma l’ovazione di tutto lo stadio.
Mi passate una parolaccia? Vaffanculo al risultato. In tutti i sensi. Intanto nel senso che questo maledetto risultato ha il grave torto di togliere al Genoa quel punto che aveva strameritato sul campo. Poi, soprattutto, nel senso che quell’ovazione dimostra come ci siano cose che contano molto più del risultato. E vedere, anzi rivedere, quel feeling così straordinario tra il Genoa tutto e i suoi tifosi tutti, mi fa dire che lascio volentieri impazzire letteralmente altri per un risultato effimero. Lascio che altri si consolino con la vittoria. Io, noi, il Genoa, abbiamo ritrovato molto di più. C’è chi ritiene che la vittoria sia l’unica cosa che conta, certo. La risposta di un vero genoano l’ha scolpita nella storia Pippo Spagnolo: “Sei genoano, vuoi anche vincere?”. Che peraltro solo gli stolti che guardano il dito traducono con l’equazione secondo cui un genoano non possa anche vincere, che sia condannato a perdere. Non capendo la profondità e la grande bellezza del messaggio: il genoano ha già il dono più bello, non sta bene pretendere anche il superfluo.
Sarebbe ipocrita dire che oggi (sempre) vincere, perdere o pareggiare sia la stessa cosa. Ma perdere e mantenere l’entusiasmo visto oggi al Ferraris dopo la beffa al 95′ significa un’altra cosa. Significa che il pubblico ama non solo la squadra dei Lerager e dei Radovanovic – per me oggi da podio dopo l’inarrivabile capitan Criscito – ma ama anche lo spirito del Genoa. Non intendo le solite frasi fatte sul cuore, sulla maglia sudata. Quello è il minimo sindacale e sarebbe ingeneroso dire che non davano tutto anche i protagonisti dello scorso anno. Lo spirito che piace di questo Genoa è proprio quello che oggi ha portato alla sconfitta, come due settimane fa alla vittoria. E’ lo spirito del Genoa che vuole vincere e che, agguantato uno strameritato pareggio al 91′, si lascia andare con tutto il Ferraris per cercare di vincere, rischiando anche di farcela.
Se le indubbie qualità di questa rosa consentiranno sempre di guardare la luna anziché il dito, sarà un campionato bellissimo, che vedrà molte se non tutte le partite concludersi come oggi. Con la squadra e il suo allenatore acclamati dal pubblico.
All’inizio di queste considerazioni qualcuno sarà inorridito leggendo che il campo ha detto che il Genoa può valere l’Atalanta e Andreazzoli val bene Gasperini. Oggi il campo ha detto che le due squadre se la sono giocata alla pari e meritatamente la stavano pareggiando. Sostenere il contrario, o dire che il risultato comunque certifica l’esatto opposto, sarebbe come sostenere che (per restare solo ai risultati di questo turno) la Fiorentina è alla pari della Juve (quindi per la proprietà transitiva il Genoa è più forte), che la Spal è superiore alla Lazio, che il Bologna andrà in Champions.
Il Genoa può giocarsela alla pari dell’Atalanta, così come Gasperini ha azzeccato le mosse giuste per sbloccare la partita e Andreazzoli gli ha risposto in pochi minuti cambiando e riagguantando il match con altrettante sostituzioni.
PS: L’Atalanta è una squadra di Champions League. La quarta forza italiana
PS2: Dovendo scegliere tra vincere ed essere genoano, non avrò mai dubbi