Avevo otto anni e mezzo, era una grigia domenica di primavera. Di scena al Ferraris il forte Perugia di Ilario Castagner e mio padre decise che quello sarebbe stato il giorno giusto per il mio battesimo al “campo del Genoa”. Dopo le inevitabili raccomandazioni di mia mamma, salimmo sulla 500 color caffelatte, la stessa con la quale avrei iniziato le mie scorribande da neo-patentato qualche anno dopo e partimmo da Palmaro, dove all’epoca abitavo, alla volta del Ferraris.

Mio padre acquistò alla biglietteria due tagliandi di gradinata Sud, “perché c’è meno confusione e tu sei ancora piccolo”, nonostante il mio già incombente metro e mezzo di altezza a dispetto dell’età… ricordo come fosse ieri l’emozione nel varcare il cancello di entrata e lo stupore nel constatare quanto intensamente verde fosse il terreno di gioco, quando invece in televisione lo avevo sempre visto grigio… per non parlare del momento dell’ingresso in campo delle squadre…. quanta gioia nel vedere quelle magnifiche maglie per metà rosse e per l’altra metà blu….

L’andamento della partita lo ricordo confusamente, ma non posso dimenticare il momento in cui l’arbitro indicò il dischetto e concesse al mio amato Genoa un calcio di rigore…. si incaricò della battuta un signore con i baffi e la maglia numero 9…ma sì è lui, è Pruzzo!!! Tiro, gol!! Macché, tutto da rifare, si è fermato prima di calciare, bisogna ripetere, mi spiega serafico mio padre….. ma il secondo tentativo fallì, Malizia, portiere del Perugia che, ironia della sorte, ho scoperto qualche anno dopo essere nato lo stesso mio giorno e mese, intuì e parò…. che delusione!!!

La partita finì 0-0, ma, uscendo, non riuscii ad essere del tutto sconsolato per la mancata vittoria: ero troppo felice perché avevo appena trascorso una delle giornate più belle delle mia vita di bambino di otto anni e mezzo….