Sì, ma Pinamonti è scarso. Sì, ma se avesse perso sarebbe stato esonerato. Sì, ma ora deve vincere a Ferrara. Sì, ma con l’Udinese… si, ma… basta!!! Possibile che sia così difficile godere di un gran bel Genoa? Di una squadra che a Napoli fa quello che vuole? Nel senso che fa esattamente le cose che aveva preparato.
Con i se e i ma non si va da nessuna parte. Con i “sì, ma” invece si va direttamente nella solita situazione da Genoa degli ultimi anni. Perché se si contesta (anche correttamente a volte) che al Genoa è mancata gente di personalità, è conseguenza inevitabile dire che il mugugno permanente effettivo anche quando le cose vanno bene, fa solo danni. Tanti, soprattutto su chi manca di personalità.
Ora, oggettivamente, sentire dei “sì, ma” dopo ieri sera lascia aperte solo due soluzioni. O c’è chi ci patisce nel vedere un bel Genoa, oppure dobbiamo riscrivere i libri di antologia perché non si può continuare a far studiare ai ragazzi che la massima espressione del pessimismo cosmico sia rappresentata da Leopardi.
Val la pena ribadire che qui non si intende celebrare Thiago Motta come il nuovo Guardiola, o metterlo sul piedistallo degli intoccabili e dei santi subito. Sarà però almeno possibile dire che ieri sera ha fatto un capolavoro, come con l’Udinese aveva cappellato mettendo Sanabria per Romero? Si può dire senza sentire subito i “sì, ma”? Con l’Udinese le giuste critiche mica erano accompagnate dai “sì, ma” a suo favore.
Dopo quattro punti in quattro partite Thiago ha fatto più o meno il doppio di Andreazzoli (cinque in otto partite) giocando a Torino con la Juve e a Napoli, tra l’altro ricevendo da osservatori imparziali solo complimenti per aver meritato molto di più. Avrà diritto, quantomeno, a ricevere giusti consensi quando li merita? A non sentirsi più definire un presuntuoso, ragazzino, inesperto, scommessa di Preziosi?
Quando sbaglia e quando sbaglierà, speriamo sempre meno, gli si potrà far notare gli errori. Non quando fa bene. Per fortuna ha una personalità che i “sì, ma” che gli picchiano addosso li fa rimbalzare al di là della Sopraelevata. Perché giocare a a Torino, ma ancor più a Napoli dopo la sconfitta interna, con tre giocatori offensivi, vuol dire non essere presuntuosi, ma autorevoli.
I numeri della partita di ieri e le ammissioni dei commentatori “imparziali” raccontano che per la prima volta una squadra ha avuto in mano il gioco più del Napoli, che mai nessuno prima di questo Genoa aveva lasciato gli azzurri così a bocca asciutta in fatto di occasioni. Che Ancelotti e i suoi non sono stati sfortunati, anzi semmai il contrario.
Poi al suo attivo il mister ha anche un altro successo oggettivo. Quello di aver riscoperto dei calciatori. Sembra impossibile che ogni anno si debba cacciare un allenatore per capire di avere in rosa degli ottimi giocatori. Lo scorso anno c’era chi non si era accorto neppure di Romero e si lamentava di non avere un giocatore di interdizione quando Rolon ha poi dimostrato di essere il meno peggio per quel ruolo.
Oggi Agudelo (senza dimenticare Gumus) e in parte Ankersen finalmente sulla “sua” destra sono forse le note più positive del Genoa attuale. Ma c’erano anche con il maestro di calcio. Dall’aula li aveva cacciati lui. Però che strano, gli scemotti ragazzini presuntuosi sono quelli che li “vedono” e li valorizzano, mentre quelli che per puntiglio manco li convocano, guai a criticarli.
Ieri sera – e qui so di attirarmi parecchie critiche ma chissene – il Genoa ha poi avuto la conferma di avere un buon attaccante centrale che sa far salire la squadra e iniziare l’azione. Si è mangiato un gol? Non ne sono sicuro, certo Koulibaly ha fatto qualcosa di strepitoso. Ma anche Pandev ha sprecato un’ottima palla di Agudelo eppure – giustissimamente – viene esaltato per la super partita fatta.
Un altro giocatore fondamentale scoperto con Thiago? Cassata. La sua assenza è stata all’origine delle scelte sbagliate nel centrocampo anti Udinese. Non si vede come Agudelo, ma ha un peso determinante, soprattutto per Schone, che sarà un caso, ma da quattro partite non è più criticato.
Questo per dire che la strada è lunga, che occorrerà fare punti prima di riuscire a togliersi davvero delle soddisfazioni. Ma anche che le soddisfazioni chi – specie dopo ieri sera – sa dire solo “sì, ma”, non potrà mai togliersele.