Tutto questo fermento intorno a Thiago mi procura sensazioni differenti. Da un lato leggo l’entusiasmo di molti che ci credono – o vogliono crederci – dall’altro i fiumi di parole di pessimisti alcuni dei quali vivono la scelta come vera e propria sfida a parte della tifoseria. Poi trovo chi questa mattina si scopra fan di Carrera, che fino all’altro giorno magari, non sapeva neppure avesse allenato (alcuni, ad onor del vero, lo conoscevano ed avrebbero scelto sinceramente) e chi addirittura elogi la scelta della Samp (cosa che avvenne anche in estate col silurato Di Francesco), chi sognasse Guidolin fuori dai giochi da 3 anni e chi, massimo rispetto perché pare essere una vocazione di molti, pregasse per un veloce ritorno di Ballardini a discapito dell’allenatore che avrebbe preso le redini al posto di Andreazzoli (!!!). Quello che mi colpisce è che mentre i primi possono essere tacciati di pindarici pensieri, di essere illusi e sognatori infantilmente convinti (o peggio, preziosiani!), i secondi si arroccano talmente sulla posizione contraria da apparire quasi come speranzosi vada male per additare e poter affermare “te lo avevo detto”. Non dico sia giusto il totale e cieco ottimismo, come comprendo il dubbio derivato dall’esperienza praticamente nulla di Motta. Ma credo ormai lui sia il nostro Mister e non ci sia altro da aggiungere. Commenti, positivi o negativi, servono certamente quale valvola di sfogo. Perfino chi sia fiducioso probabilmente scarica la frustrazione del momento con ferventi botti emotivi… Personalmente, non mi sento in grado di esprimere alcun giudizio e comunque, sempre, voglio utilizzare per chiunque il beneficio del dubbio ed il silenzio per colmare il cuore di speranza e positività. L’ho scritto nell’articolo precedente, vedo il mondo RossoBlu e quindi sempre col segno +
Quindi, direte voi, tutto questo “pippotto” solo per sgridarci? Per chiederci di attendere prima di parlare? Assolutamente no. Io anzi spero continuiate a scrivere, ma cercando di ricordare prima di tutto che parliamo di Genoa, del nostro Amore. Ed a chi si ami si può solo augurare il bene massimo. Il “pippoto” non era previsto, in effetti, ma frutto di alcune letture notturne…
Quello di cui volevo realmente parlare è, in generale, la scelta del Presidente. Perché preferirlo a Carrera? Mentre la risposta sarebbe semplice per quanto concerna Guidolin, per esempio, sull’ex Juve si potrebbe trovare da ridire. E qui, SECONDO ME, entra in gioco l’uomo Preziosi. Non pensate al presidente, non chiedo a nessuno di cambiare opinione o idea in un senso o nell’altro rispetto all’imprenditore calcistico. Sto parlando di lui oltre la dimensione Genoa. Chi gli abbia anche solo parlato qualche volta, sa bene la sua indole infuocata essere votata all’importanza di gesti: più rilevante di una firma, di un contratto, è per lui una stretta di mano e la parola data. Sembra strano visto l’impero che dirige, eppure ogni sfera lo vede rimanere tale. Nel 2014 fu proprio questa fiducia a creargli il crack da cui poi si è saputo risollevare alla grande. Perché dico questo? Ricorderete come e quando arrivò il Thiago giocatore…
Rammenterete l’esordio al Tempio. In campo c’era Milanetto che rimediò uno stiramento al polpaccio. Salì subito, vedendo il neo acquisto prepararsi all’ingresso, quell’oooo tipico da trepidante e gioiosa attesa. Fu l’inizio di un sogno. Per me il più grande giocatore degli ultimi 40 anni ad indossare la maglia. Pareva non correre mai, eppure era sempre al posto giusto, nel momento giusto per trovare la soluzione migliore. Lui vedeva in anticipo lo svilupparsi dell’azione e si spostava di conseguenza. Che giocatore! Ebbene, forse sapete tutti come arrivò al Genoa, ma credo valga la pena ripeterlo, perché questo secondo me potrebbe essere il vero motivo della scelta.
Thiago stava recuperando da un grave infortunio al ginocchio quando furono presi i primi contatti. Fu Preziosi a mandare i suoi per verificarne la situazione. I nostri osservatori bocciarono l’acquisto: troppo rischioso, nessuna garanzia, probabile fallimento per un contraltare economico a rischio perdita. Seguì la telefonata che cambiò tutto. Il brasiliano, utilizzò quello che per Preziosi conta di più: la propria parola. Assicurò al Presidente che avrebbe recuperato, che la scommessa apparente sarebbe stata vinta di certo… E così fu. Ma non solo. Thiago era uno di quei calciatori certamente dal carattere forte, come mostrato in campo (e chi si dimenticherebbe lo scontro con Ibra?), ma soprattutto un serio professionista. Seguì scrupolosamente le indicazioni dello staff RossoBlu dedicando anche il giorno libero ad allenamenti in palestra. I risultati li abbiamo tutti ben presenti.
Una parentesi per due chicche: quando andò all’Inter ricominciò a sentire dolore al ginocchio operato. Chiamò in Villa Rostan dove trovò la disponibilità degli ex preparatori che qualche volta lo ebbero anche al centro; aveva una passione sconfinata per le scarpe da gioco. Ogni partita ne utilizzava un paio nuovo e ne era profondamente geloso…
Tornando a noi. Voi direte, “be’ non credo basti questo”, ma alla scommessa vinta, si va ad aggiungere un’altro fondamentale pregio che fa breccia sull’uomo Preziosi: la riconoscenza. Thiago non ha mai dimenticato quanto dovesse al Genoa ed in particolare a lui e non ha mai fatto segreto con giornali e chiunque lo intervistasse di esservi legato e dovergli tantissimo. Nessun battito sul cuore, sullo scudetto cucito sulla maglia, nessun gesto eclatante per compiacere. Una grande signorilità, atti concreti, riconoscenza espressa anche dopo l’esperienza Inter, perfino al PSG. Sempre un ricordo, una parola dedicata. Ho amato Milito, come tutti, ma ho impresso negli occhi il suo pianto seguito da battito sul nuovo stemma rivolto ai Boys. E non ricordo, se non forse una e comunque molto fresca rispetto al passaggio milanese, nel tempo abbia mai detto: “ehi, però, dovreste considerare io avere già 24 anni quando fui scoperto da Preziosi, non fosse per lui sarei ancora in Argentina”.
Ebbene, penso questa sia stata la chiave di volta. L’aver detto il vero prima dando la propria parola, l’aver ricordato quanto dovuto, poi. Credo, a fronte di più allenatori papabili (Gattuso, Guidolin, l’autocandidatosi Di Biagio..) e di un altro che sarebbe stato scommessa pure lui, Carrera, (poiché il campionato Russo è ben diverso da quello Italiano), si sia puntato sull’uomo che peraltro ha pure grinta da vendere e un caratteraccio che potrebbe venire utile. Fino ad oggi i buoni modi e la pacatezza non paiono aver sortito effetti….
Di una cosa sono certa: lui non soffrirà mugugni e voci, lui è quello che fischiato, probabilmente, reagirà con il solito impeto. Vista l’attuale situazione, da questo punto di vista sì, lo giudico giusto!
La penso anch’io così tanti allenatori di nome hanno fallito non solo al genoa di fran esco in estate osannato andreazzoli un vecchio adesso ranieri che di anni ne ha tre di più non si sente dire che è vecchio aspettiamo sicuramente magari un buon centro ampista lo riconoscerà e in più sa farsi rispettare tu hai ri ordato l episodio con ibra io ricordo un faccia a faccia con un arbrito a cui disse “non me lo dimentico” e l arbitro abbozzo’ e si allontanò
Complimenti sono pienamente d’accordo poi ci vuole un fattore fondamentale “la fortuna”. Andreazzoli ha sbagliato molto, a volte trovo gli allenatori dei veri masochisti, era il caso di andare a Cagliari, dove peraltro potevi anche vincere, con una formazione rivoluzionata a tal punto? E presentarti a Parma con un assetto da suicidio? Poi è certo che il Presidente ha fatto la sua parte di fatto delegitimandolo dopo Cagliari………