Visto? La squadra non era contro il mister. Il fatto è che è pure peggio. Tutte le balle girate sullo scarso impegno dei giocatori sono svanite in un primo tempo che faceva presagire un ritorno all’inizio di campionato. Ma che pure ha messo in evidenza gli stessi limiti di sempre. Se possibile anche esasperati.
Il Genoa non ha equilibrio. Non dà mai l’impressione di poter essere in controllo totale, neppure quando si trova di fronte un avversario in confusione come il Milan di ieri. Un Milan guidato da un mister talmente lucido da insistere, in sala stampa, a fine partita, che erano stati loro a giocare in inferiorità numerica per quasi un tempo intero.
Il Genoa, si diceva. Gioca bene, sì. A tratti entusiasma. Ma non riesce a concretizzare quello che potenzialmente crea, non manda mai al tappeto l’avversario, neppure quando barcolla e ha la guardia bassa.
Ma per giocare bene si prende tutti i rischi del caso. Ieri le principali indicazioni del mister erano per far alzare Pajac che si abbassava troppo. Si sbracciava per richiamarlo, chiedendogli di lasciare una linea difensiva a tre. Tre contro tre. Criscito (Biraschi), Zapata e Romero, uno contro uno con Suso, Piatek e Bonaventura, persino sul lancio lungo. Roba che basta una spizzata, un intervento non perfetto, una bella giocata, è l’avversario è tutto solo davanti a Radu. Ancor più se qualche centrocampista si inserisce.
Nel primo tempo è andata bene in un paio di occasioni. Ma chi ricorda le «grandi» partite contro Roma e Fiorentina? Quante volte nel primo tempo contro i giallorossi, Under, Florenzi, Dzeko hanno avuto l’occasione di chiudere la partita arrivando facilmente in area? E Chiesa sullo 0-0? Aggirato alle spalle Romero su un lancio lungo si era trovato in area solo davanti a Radu. Ieri, con un Milan allo sbando, sullo 0-0 è successo a Kessie. Sull’azione del rigore, era normale vedere Leao a centro area che puntava indisturbato Biraschi?
Poi c’è la questione dell’attenzione, certo. Ma, specie nel secondo tempo, quella è una costante. Non riguarda sempre gli stessi giocatori. Vuol dire che c’è qualcosa che non va. Che la squadra non era contro il mister, ma che è pure peggio. Soprattutto vuol dire che il Genoa di Andreazzoli è questo. Che poi è l’Empoli dell’anno scorso. Simpatico, carino, spigliato, telegenico. Ma belin, nel calcio devi vincere. E non dire sempre sì, ma…
Rimasto in dieci, con una grave decisione di un arbitro che ha messo il campo in salita assai prima del vantaggio rossoblù e che dopo il gol di Schone ha solo alzato il grado di inclinazione, il Genoa per assurdo è stato più equilibrato. Ha fatto più attenzione, ha coperto meglio la difesa arretrando Schone in quello che peraltro è il suo ruolo naturale, non ha più dato l’impressione di rischiare.
C’è infine un’altra cosa che non convince. Quella meno appariscente. La fascia di capitano a Radovanovic dopo l’uscita di Criscito. Due errori in uno. In una bolgia, in un confronto delicato, in una partita dove sai che un Milan in crisi di certo non viene abbandonato dal palazzo, dai i gradi a un gentiluomo? In un Ferraris inferocito giustamente contro un arbitro che potrebbe giocarsi il posto con Vettel, Rado dopo ogni porcata, si avvicinava con lo sguardo del signore d’altri tempi, per sussurrare il classico: “mi scusi signore, non le pare che la sua decisione sia leggermente penalizzante nei nostri confronti”? Mostrava i denti, sì, per sorridere.
E poi. Dopo l’uscita post-Bologna, era così necessario dare la fascia a un giocatore che non era il più “anziano” in rossoblù, non era il più “esperto”, non il più carismatico? La squadra non era contro il mister, ma ripetere con i fatti quella frase infelice è pure peggio.
Il rigore di Schone, un arbitraggio indisponente, occasioni sprecate. Tutto ok, tutto vero. Ma quattro sconfitte (e mezzo, contando il Bologna) su sette, restano. Ognuna con i suoi se e i suoi ma. Con una squadra che non era contro il mister, che continua a non esserlo. Ma che è peggio: è questa. Il Genoa, anzi il Genoa di Andreazzoli è questo.
Dopo un giorno di non so, forse, abbasso il mister, viva il mister, un’analisi chiara e lucida Tempi ancora più grammi ci attendono?!