Meno spazio sul carro

Meno spazio sul carro

E’ un sacrificio che faccio volentieri, ma sul carro si inizia a stare strettini. Più o meno in misura direttamente proporzionale a quanto crescono i posti liberi alla Sala Chiamata.

E’ di oggi un comunicato (per la verità non c’è scritto “ufficiale”, ma l’attendibilità non si fa con gli aggettivi) dell’Associazione Club Genoani che annuncia il ritorno degli striscioni rossoblù allo stadio. “In occasione di Genoa-Atalanta nei settori Distinti e Gradinata Sud dello stadio saranno nuovamente esposti gli striscioni dei Genoa Club” assicura la nota. Finalmente! Bravi! mi viene spontaneo aggiungere.

Giocare in casa ma giocare in una casa non arredata mi faceva uno strano effetto. Il tifo di tutto lo stadio contro la Fiorentina è stato qualcosa di meraviglioso, da brividi. Mi ha anche confermato quello che pensavo da tempo, una di quelle cose che non si possono dire perché politicamente scorrette, ma che molti pensano: la nord da tempo non era più La Gradinata Nord, era diventata una curva qualsiasi, non era più il dodicesimo. O forse sì, a volte era il dodicesimo, nel senso che era persino in grado di assumere le sembianze dell’arbitro di turno, pronto a penalizzare il Grifo, a mettergli il campo in salita, a farlo giocare in inferiorità numerica.

Spero, anzi credo che questa triste e breve parentesi sia finita. Per me non esiste neppure più, anche perché per fortuna non ha portato conseguenze devastanti. Per fortuna le speranze e i progetti di chi scriveva “se salviamo il Genoa, salviamo i suoi sporchi affari”, sono falliti e poco mi interessa se adesso ci si racconta che l’obiettivo fosse tutt’altro, addirittura fosse quello ottenuto oggi, di avere cioè una squadra che gioca, diverte, entusiasma e vince. Chissenefrega se adesso si dice che è merito di chi aveva scelto di far retrocedere il Genoa. Allora su quel carro stavamo belli larghi, orgogliosi di prendere pernacchie per l’amore del Grifo, certi che fosse giusto criticare gli errori gravi e spesso ripetuti della società, ma non di anteporre questo obiettivo alla difesa e al sostegno incondizionato alla squadra e ai nostri colori.

Scriverei che il tempo è galantuomo, se non passasse per una citazione presidenziale, se non rischiassi di essere tacciato di preziosianismo. Il problema non è Prezosi-sì Preziosi-no. Al centro di tutto c’è sempre il Genoa. Che cercava di arrancare su quel carro sgangherato per salvare ancora una volta le piume. Ce l’ha fatta. E ora va giustamente all’incasso, vedendo adornare il proprio carro anche con quegli striscioni che erano mancati per troppo tempo. “Pur rimanendo convinti che la presidenza abbia delle colpe imperdonabili sulla gestione della Società e che la vendita sia l’unica soluzione per garantire un futuro al vecchio Grifone, vogliamo dare un segnale di distensione alla squadra e al mister, che in questo inizio di campionato hanno dimostrato di rispettare il pubblico genoano con il loro impegno sul campo”, conclude il comunicato dell’Acg. La convinzione delle colpe della presidenza è indiscutibile. Che la vendita sia l’unica soluzione è un’opinione legittima e peraltro condivisa anche dalla proprietà. Il segnale di distensione alla squadra e al mister, l’ennesima conferma che finora parte della tifoseria aveva mandato segnali di tensione.

Grazie Acg, grazie agli striscioni che tornano. Per ora in Distinti e Sud, poi si vedrà. Un passo alla volta. Fa sempre onore saper fare un passo indietro. Per amore del Grifone, poi, è qualcosa che garantisce non l’indulto ma l’amnistia, la cancellazione di tutto quanto è successo prima.

E soprattutto grazie Genoa. anzi, forza Genoa!

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