Maria Angela O.: ricordi di una tifosa innamorata

Maria Angela O.: ricordi di una tifosa innamorata

La mia prima volta al Tempio fu GENOA – VICENZA, nel 1975/76. Avevo 9 anni. Sono momenti indelebili: andammo insieme, la mia famiglia ed alcuni amici. Mio padre non era molto convinto di voler portare “due donne allo stadio”, ma mia madre e la sua amica fecero il diavolo a 4.

Da quel momento la tiepida tifosa divenne innamorata di tutto l’ambiente calcio (praticato anche a livello amatoriale).

Dovettero passare però 4 anni prima di rimettere piede al Tempio, perché mio padre  non mi portò più.

Correva l’anno 1980 quando una mia compagna di scuola mi invitò ad andare con lei. Suo padre era un gigante di 1 mt. E 90, portuale, nessuno si avvicinava… Da allora non lasciai più solo il mio grande amore, IL GENOA, nemmeno agli allenamenti a Sant’Olcese: bellissime gite sul trenino di Casella, che ricordi… I giocatori salivano la scaletta che dal campo portava al parcheggio, non vi erano divieti, nessuna guardia del corpo impediva di avvicinarli per foto e autografi.

1981 ATALANTA – GENOA la mia prima trasferta: un’emozione, un ricordo che porterò sempre nel cuore.

Il nostro capitano CLAUDIO ONOFRI, con problemi al ginocchio (se non ricordo male) giocò comunque e fu l’eroe di quella gara. Al 90’ l’arbitro decreta la fine della partita dove il Genoa si impose per 2-1, ma a Roma (come al solito) assegnarono un rigore a tempo scaduto per la Lazio: ricordo il silenzio tra di noi, uscimmo

 dallo stadio con la testa china, si sentivano soltanto le radioline. “Chiodi sul dischetto… parte…. tiro…. FUORIIIIII!!!!” urla il telecronista. Ci fu un boato liberatorio, gente che piangeva (compresa me).

GENOA – RIMINI, altra partita nel cuore, custodita per sempre: ERA LA SERIE A.

Negli anni a seguire altalena di serie, tanti anni di B pochi di A. L’anno della UEFA, la retrocessione a Firenze, il quasi fallimento, la vendetta di personaggi che ci mandarono all’inferno, le due promozioni dalla C alla B, il ritorno alla massima serie , da allora mai più purgatorio, da 13 anni in serie A, certamente con un paio di spaventi, ma questi 13 anni avrei voluto viverli da bambina e adolescente.

È per questo motivo che per me il ricordo più bello ed emozionante fu il 1981: perché l’ho vissuto da bambina, il calcio era diverso e si viveva in modo diverso anche da tifosi.

BUON COMPLEANNO GRANDE GRIFO.

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